giovedì 31 maggio 2012

Confusione e opacità.


Quanto c’è di opaco nell’Amministrazione della trasparenza? E cosa si nasconde dietro questa opacità? Mancanza di volontà, incapacità o progetti che non possono essere condivisi con i cittadini?
Le palesi difficoltà economiche delle persone, delle imprese private e degli enti pubblici hanno indotto il gruppo consigliare della Minoranza sarmatese ad interrogarsi su come l’Amministrazione stia gestendo vecchi e nuovi accordi tra il Comune ed alcuni soggetti privati.
Il notevolissimo ritardo con il quale l’Amministrazione ha sollecitato il pagamento del contributo ambientale per l’impianto di compostaggio, le cui rate non versate ad inizio 2012 ammontavano a circa 210.000 euro (quasi due anni di mancati versamenti), è il segno di una gestione decisamente preoccupante, che minaccia significativamente la stabilità del bilancio comunale di Sarmato (come chiaramente segnalato dal revisore del conto) e che viene adottata anche per nuove entrate straordinarie, derivanti da nuovi accordi tra l’ente pubblico e soggetti privati.
È stato molto facile e gratificante per il Sindaco Tanzi e per tutto il suo gruppo attribuirsi il merito di aver stipulato convenzioni tramite le quali riuscivano ad ottenere (sempre in cambio di qualcosa, naturalmente, mai a fondo perduto) significativi contributi (in denaro o opere) da imprese o società private del territorio.
Ma che ne è stato di tutte queste entrate straordinarie? Dei 110.000 euro derivanti da una convenzione urbanistica ne dovrebbero già essere stati incassati  50.000; in realtà ne sono entrati solo 20.000, e con un ritardo di un anno rispetto alla scadenza definita nella convenzione. I 100.000 euro “donati” con atto unilaterale da una società, come “ringraziamento” al Comune che ha concesso la possibilità di demolire l’edificio dell’ex zuccherificio, sono stati addirittura dimezzati (la metà incassata e l’altra metà tolta dalla previsione d’entrata del bilancio). Stessa sorte è toccata ai 70.000 euro frutto di una compensazione ambientale per l’autorizzazione di un campo fotovoltaico: dovevano essere destinati all’installazione di un impianto di illuminazione nel campo sportivo comunale (questo prevedeva l’accordo ufficiale), ma, con variazione di bilancio n° 2 del 2011, 35.000 euro sono stati eliminati dalle previsioni d’entrata.
Proprio in riferimento a quest’ultima “mossa”, ci chiediamo come possa essa accordarsi con un’altra convenzione  dell’Amministrazione Tanzi che prevede che il Comune trasferisca proprio quei 70.000, ricevuti dalla società, ad un altro privato il quale, avendo anch’esso ottenuto l’autorizzazione per la costruzione di un impianto fotovoltaico, si impegna a realizzare le opere necessarie all’ illuminazione del campo sportivo comunale. Cosa verserà il Comune, se lo stesso non incasserà l’intera cifra?
Significative, a riguardo, sono anche le date delle diverse operazioni. Il 25 ottobre 2011 la Giunta comunale approva la convenzione con il privato, al quale si impegna a versare i 70.000 euro in cambio della realizzazione delle opere che, secondo l’accordo, devono essere attuate entro il terzo trimestre del 2011 (cioè, ancora prima dell’approvazione ufficiale dell’accordo medesimo). Il 28 novembre 2011 la Maggioranza consiliare approva la variazione di bilancio con la quale depenna dalle previsioni d’entrata la metà dei soldi che deve ricevere da una società e che deve versare all’ altro soggetto privato.
Perché non entrerà più nelle casse comunali la metà di una cifra pattuita nell’ambito di un accordo ufficiale? Come farà il Comune ad adempiere ad un impegno altrettanto ufficiale che ha assunto con un soggetto terzo, al quale devono essere trasferiti soldi che il Comune non incassa? Perché l’Amministrazione adotta atti così palesemente contraddittori? Come mai, all’impegno per arrivare a firmare dei “pezzi di carta” di cui fregiarsi, non corrisponde la solerzia nel pretendere il pagamento di quanto dovuto al Comune? Perché l’Amministrazione né fa rispettare, né rispetta accordi pubblici sottoscritti ed approvati?
E’ come se l’azione amministrativa si stesse svolgendo su un doppio binario: uno è quello degli atti ufficiali (spesso disattesi), l’altro è meno ufficiale, meno trasparente e poco tranquillizzante.