venerdì 16 marzo 2012

Ecco i risultati

L’Accordo territoriale per lo sviluppo dell’area ex zuccherificio di Sarmato era un obbligo di legge che è stato assolto e, al contempo, un’opportunità che non è stata colta.

La precedente Amministrazione sarmatese aveva lasciato all’attuale dei chiari indirizzi politici e degli atti concreti che davano attuazione effettiva a tali indirizzi. Attraverso una reale collaborazione interistituzionale con Provincia e Regione, infatti, erano state definite le nuove destinazioni del comparto, secondo criteri di innovatività e sostenibilità. Per la zona più a nord era stata richiesta ed ottenuta la classificazione di Zona di Protezione Speciale (come strumento di mitigazione e compensazione, oltre che come opportunità per valorizzare iniziative ecosostenibili); era stata adottata la variante urbanistica per la classificazione della porzione intermedia come Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata, interdetta alle attività logistiche (per garantire uno sviluppo di qualità e meno impattante possibile); nella porzione a sud, il PTCP aveva previsto la collocazione di un polo funzionale misto (per attrarre anche insediamenti connessi all’innovazione e alla ricerca, oltre che commerciali).

Cosa restava da fare alla nuova Amministrazione a partire dal 2009? Stipulare l’Accordo territoriale e precisamente: avviare una reale concertazione con i comuni della Val Tidone grazie alla quale far emergere le vocazioni, le prospettive, le opportunità di tutta la valle e progettare quindi in maniera equilibrata e concorde; valutare benefici e oneri per l’intera vallata (Sarmato compreso) derivanti dalla riqualificazione dell’ex area Eridania; ottemperare alle prescrizione del PTCP il quale è uno strumento e, come tale, può avere un uso benefico o distruttivo (il bisturi, ad esempio, se ben usato può salvare delle vite, se impiegato in maniera maldestra, può deturpare o uccidere).

Ben poco di tutto ciò è stato fatto. L’Amministrazione Tanzi ha da sempre vissuto la necessaria sovracomunalità del comparto su cui insisteva lo zuccherificio come un’espropriazione di diritti, pertanto ha agito in maniera antagonistica e, in questa lotta, non ha certo vinto.

Non è stato creato alcun reale confronto, non c’è stata la capacità, e tanto meno la volontà, di effettuare una disamina del significato che lo sviluppo dell’area ex Eridania potrà avere per tutti i comuni della Val Tidone, coinvolgendoli in una programmazione condivisa, in ottica sistemica, con uno sguardo sul lungo periodo. Da ciò sono derivati il manifesto disinteresse per la questione, da parte di un buon numero di comuni, e gli attacchi feroci da parte di altri.

La Provincia non ha certo aiutato il Comune ad affrontare adeguatamente il processo. Si è limitata a considerare la Val Tidone non come territorio omogeneo, il cui futuro travalica gli angusti confini comunali , ma come un assemblaggio di minuscoli comuni, ciascuno dei quali guarda solo al proprio campanile e che deve essere soddisfatto nelle sue localistiche richieste.

Come diretta conseguenza di tutto ciò, l’Amministrazione sarmatese, pur di concludere in fretta, si è assoggettata alle pretese della Provincia e di qualche comune, forse senza rendersi conto di essersi privata dei benefici e di aver mantenuto per sé solo gli oneri. Se lo sviluppo del comparto di Sarmato genera traffico ed impatto ambientale, il primo a subirne gli effetti è Sarmato stesso. Ma tutta la perequazione (200mila euro di oneri di urbanizzazione che Sarmato dovrà versare alla Provincia) sarà destinata ad interventi in altri comuni. Se i nuovi insediamenti porteranno occupazione e ricadute positive per l’indotto, non sarà solo Sarmato a beneficiarne, ma anche Castel San Giovanni, Borgonovo, Rottofreno, ecc, eppure, nessuno di questi comuni ha mai “compensato” Sarmato quando ha aperto supermercati, ha costruito capannoni, ha collocato ed ampliato poli logistici.

Ottemperare alle prescrizioni del PTCP significa contribuire all’ultimo tratto della tangenziale ovest di Piacenza (che non è ancora inserita negli strumenti di pianificazione e per la quale non c’è progetto) e individuare il tracciato per la tangenziale di Castel San Giovanni. Il PTCP non definiva l’entità del contributo; è stato calcolato dalla Provincia, attraverso l’Accordo, ed il Comune ha accettato: un milione di euro sarà versato dalla società proprietaria dell’area ex zuccherificio alla Provincia, per finanziare la tangenziale ovest di Piacenza, e nulla resterà per il paese. E’ una cifra congrua? Dalla reazione di altri comuni, parrebbe proprio di no; non è quindi escluso che Rottofreno e Gragnano otterranno calcoli meno onerosi per la loro parte di contributo, quando Sarmato avrà già pagato o, meglio, quando avrà versato quell’ingentissima cifra alla Provincia senza ancora conoscere i costi totali dell’opera ed i tempi per la sua realizzazione (come dire: creiamo un bel fondo che ristagnerà per anni nelle casse della Provincia senza alcun proficuo utilizzo per il territorio, proprio in un periodo di crisi, in cui c’è bisogno di dare respiro alle attività produttive locali). Il PTCP lasciava poi al confronto fra Sarmato e Castel San Giovanni la definizione del corridoio per la tangenziale che collegherà il casello castellano con la via Emilia; il confronto ha prodotto un tracciato che passerà a trecento metri dalla piazza di Sarmato (ed il Comune ha speso anche 7mila euro per tale progetto).

Ci aspettavamo di meglio.

Uniti per Sarmato

martedì 6 marzo 2012

Gli sprechi

Da alcune persone il Val Tidone Festival è sempre stato criticato perchè considerato fonte di spreco che non dà nulla al paese in termini di promozione e visibiltà (come ha sempre sostenuto la sig.ra Anna Tanzi da consigliere comunale di Minoranza), perchè non porta ricchezza (come ancora qualcuno afferma).
Premesso che è estremamente riduttivo e miope pensare alla ricchezza solo in termini economici, che sono certa che tutti gli spettacoli in programma scelti dal Direttore artistico del Festival abbiano un innegabile spessore culturale, oltre ad un valore superiore a quello sostenuto direttamente dal Comune di Sarmato (per gli spettacoli in cartellone proposti da qualcun altro, invece, non metterei la mano sul fuoco e quello, sì, potrebbe configuararsi come spreco), credo sia opportuno guardare ad altri palesi sprechi del Comune.
Il nuovo impianto di riscaldamento/condizionamento della sala consiliare (offerto dalla società che gestisce il servizio calore del Comune) è inutile perchè in estate l'uso della sala è piuttosto modesto (quindi, per poche ore, il caldo è sopportabilissimo), ha richiesto una implementazione pagata dal Comune e, nonostante ciò, è totalmente inadeguato a riscaldare la stanza (l'aria calda resta vicina al soffitto, non certo al livello delle persone) anche dopo ore di accensione.
Se a questo aggiungiamo che, da almeno un anno, nel vetro della porta esterna della sala del Consiglio c'è un buco di 10 cm di diametro, completiamo l'opera: riscaldiamo con un impianto assolutamente indatto e, contemporaneamente, lasciamo entrare aria fredda.
La totale assenza di manutenzione degli utltimi due anni al campo giochi del quartiere peep porterà a due possibili risultati: o il totale abbandono della struttura (come dire, buttiamo via tutto ciò che era stato fatto nel passato), o una spesa decisamente superiore, rispetto a quella di una costante manutenzione ordinaria, per ripristinare e rimettere in sicurezza giochi ed arredi.
Uno spreco derivante da un puro puntiglio politico riguarda il cambiamento di colore dello sfondo delle strisce pedonali in una stagione evidentemente inadatta, cambiamento che si è dovuto ripetere di lì a poco tempo, perchè l'impertinente rosso tentava di riaffiorare.
Dopo un incremento di spesa di circa 80 mila euro per il nuovo gruppo di lavoro del PSC (scelto, anche in questo caso, su basi politiche), scopriamo che dovremo pagare altri 7000 euro a quei signori, perchè hanno formulato ben tre ipotesi di tracciato della tangenziale di Castel San Giovanni (cassate tutte e tre da Castello, che ha poi provveduto o fornire la soluzione definitiva).
E che dire del compenso del Vicesindaco che per un intero anno non ha partecipato alle riunioni di Giunta e del cui contributo alle varie riunioni distrettuali non si ha evidenza?
Sabrina

domenica 4 marzo 2012

Che soddisfazione!

Finalmente ce l'abbiamo fatta, finalmente abbiamo snidato il Sindaco, finalmente domani sera sapremo "cosa vanno a dire sugli altri tavoli" in merito all'area ex zuccherificio! Il Sindaco ce lo concede e lo concede a tutti i Sarmatesi! Le nostre reiterate richieste hanno dato frutti.
Alle 20.30 sono convocate tutte le commissioni consiliari in seduta aperta al pubblico per discutere la bozza di Accordo territoriale che determina lo sviluppo del comparto sarmatese.
L'Accordo territoriale è lo strumento previsto dalla Legge Regionale 20/2000 volto a disciplinare i Poli Produttivi a carattere sovracomunale ed i Poli Funzionali, cioè quegli insediamenti che per caratteristiche dimensionali e strutturali (grandi funzioni urbane e servizi caratterizzati da grande attrattività, come funzioni e servizi alla cultura, all'istruzione specialistica e universitaria, alla ricerca, al commercio, alla logistica, allo sport, al divertimento e allo spettacolo) hanno effetti incidenti ben al di là dei confini comunali.
Domani sera sarà pubblicamente illustrata la bozza e, visto il carattere non definitivo di qualsiasi bozza, vista l'impostazione della riunione (aperta alla partecipazione attiva del pubblico), OVVIAMENTE ciò che emergerà dagli interventi di consiglieri e di cittadini sarà tenuto in debito conto e diverrà parte integrante del testo definitivo dell'Accordo.
E' arrivata la vera trasparenza, la vera democrazia partecipata su uno dei temi cruciali per il paese!
Ma...un momento... Da quanto tempo questa bozza è in elaborazione? Ufficialmente almeno dal giugno scorso. Chi ha concorso alla definizione dei suoi contenuti? Ovviamente gli enti che la sottoscrivono, quindi Provincia di Piacenza e Comune di Sarmato; però, secondo quanto prevede la legge, sono stati sentiti anche gli altri Comuni dell'ambito (e i tuoni e fulmini di qualche nostro vicino li abbiamo uditi distintamente); infine, la società proprietaria dell'area avrà espresso la propria posizione e condiviso i contenuti che domani verranno illustrati (non si pianifica una proprietà privata di tale portata in contrasto con il proprietario). Se dopo tanti mesi di lavoro, dopo tanti confronti più o meno accalorati, si decide di rendere pubblici i contenuti di un atto così impegnativo, non può che significare che almeno tutti i soggetti citati sopra hanno trovato "la quadra", cioè hanno dato l'assenso all'Accordo.
E noi cittadini sarmatesi dovremmo illuderci di poter incidere sull'equilibrio faticosamente raggiunto tra soggetti così imponenti? Dovremmo credere che quel che estemporaneamente diremo domani sera (quale livello di approfondimento ci è consentito da una relazione di un paio d'ore su un tema che per essere sviscerato da soggetti competenti ha richiesto 8 mesi?) avrà un valore per chi formulerà il testo definitivo dell'Accordo? Ma figuriamoci...
La zuppa è fatta, ci verrà scodellata e a noi non resterà che "mangiare questa minestra o saltare dalla finestra". Tutto come previsto: hanno deciso e ci fanno la grazia di comunicarcelo.
CHE DELUSIONE...!