mercoledì 26 ottobre 2011

"Ma cosa andate a dire sugli altri tavoli?"

Ecco le riflessioni e le informazioni che abbiamo condiviso ieri sera sul futuro di Sarmato.

Partendo con un’analisi del programma della nuova pianificazione urbanistica è emerso che:

  • il programma ignora completamente le esigenze formative, al di là della scuola dell’obbligo, e socio-sanitarie del territorio;
  • il programma è estremamente carente in merito alle valutazioni e alle forme di tutela ambientale: si limita a dichiarare l’adozione delle tutele previste dalla legge e dagli enti sovraordinati;
  • il programma non è particolarmente originale in quanto recupera idee e .progetti già definiti : riqualificazione del castello come luogo per attività culturali e spazi ricettivi;
  • il programma propone interventi di imbellettamento del panorama ed è contraddetto dagli interventi già in corso: la prevista mitigazione attraverso corridoi verdi si scontra con i programmi di creazione di una terza corsia dell’autostrada e, soprattutto, con la creazione del nuovo collegamento con il casello autostradale di Castel San Giovanni il cui tragitto rischierebbe di essere particolarmente invasivo (come attestato dai tracciati proposti dall’Amministrazione); la mitigazione, attraverso filari di alberi, è solo un maquiage. L’intervento sui punti critici della viabilità contrasta con quanto attualmente si sta realizzando sulla via Emilia; il nuovo accesso all’area piazzale e capannone in costruzione poteva essere sostituto con un accordo, tra la ditta interessata all’accesso e le altre che operano lungo via Sito Nuovo e via Colombo, per la riqualificazione dell’accesso già esistente;
  • il programma sembra far gravitare buona parte dello sviluppo sarmatese attorno all’area dell’ex zuccherificio senza esplicitare alcun contenuto relativo a quell’area: le nuove attività produttive potranno insediarsi solo nell’area dell’ex zuccherificio, anche le attuali attività presenti lungo la via Emilia dovranno trasferirsi in quel comparto e le strutture esistenti dovranno essere riconvertite in attività commerciali, per creare lungo la via Emilia un grande boulevard; la crescita demografica del comune dipende dallo sviluppo dell’area Eridania. Ma cosa si sta progettando per quell’area? O, meglio, cosa va a dire l’Amministrazione ai tavoli su cui si discute del futuro dell’area?

Sicuramente, da quanto si legge sui quotidiani, in 2 anni l’Amministrazione non è stata in grado di creare un tavolo di confronto con i comuni limitrofi per un progetto condiviso che rilevasse le esigenze della vallata e ne individuasse le risposte, altrimenti il sindaco di C.S. Giovanni non avrebbe assunto una posizione così forte contro le scelte di Sarmato.

Dai documenti che il Comune ha inviato alla Provincia si ricava invece che:

· il cronoprogramma concordato con la Regione prevede che entro la fine di ottobre 2011 Comune e Provincia firmino l’Accordo territoriale per lo sviluppo del polo ex Eridania;

· la bozza di questo Accordo definisce le destinazioni dell’area (APEA a nord via Emilia, 10mila metri di area commerciale a sud), la viabilità d’accesso (collegamento con casello di C.S. Giovanni e completamento della tangenziale di Piacenza con casello a Rottofreno), l’impegno della proprietà a creare sulla via Emilia una rotonda di collegamento tra le due porzioni, a finanziare il completamento della tangenziale di Piacenza e la valorizzazione della ZPS;

· il progetto di valorizzazione della ZPS prevede una spesa di 35mila euro;

· la proprietà dell’area propone un contributo perequativo (solo in funzione della destinazione commerciale, non per l’area produttiva) di 500mila euro da destinare a ZPS e completamento tangenziale;

· i tracciati di collegamento con il casello di Castello proposti dal Comune sono 3, l’ultimo dei quali confluisce (con una rotonda, ma perché una rotonda e non un semplice innesto?) sulla strada della Guidona, per poi arrivare fino a Molza, aggirare il Poggio ed uscire sulla via Emilia subito dopo l’area produttiva Ferrari-Taina;

· lo studio sull’impatto viabilistico derivante dai nuovi insediamenti nell’area dichiara che l’incremento dei veicoli è sostenibile dall’attuale viabilità, cioè non risulterebbe eccessivamente gravoso;

· lo studio relativo all’impatto dell’area commerciale dichiara che tale insediamento non danneggerà le attività commerciali già presenti nella zona.

Poiché tutti questi contenuti sono ancora oggetto di discussione, magari qualcosa cambierà. Finalmente, però, grazia a documentazione che abbiamo avuto dalla Provincia sappiamo quello che l’Amministrazione va a dire sugli “altri tavoli”.

venerdì 21 ottobre 2011

Perchè un'assemblea pubblica

L’assemblea di martedì 25 ottobre nasce da una serie di quesiti che da tempo stiamo cercando di porre, ai quali però nessuno ha ancora fornito risposta.

Una sopra tutte è la domanda: dove ci stanno portando?

In questa fase cruciale per la storia di Sarmato, quando si definisce il futuro almeno dei prossimi 30 anni, ci sentiamo come persone tenute bendate che sapranno dove verranno portate solo nel momento in cui arriveranno alla meta. E i conduttori sono i nostri amministratori che, a guisa di despoti illuminati del Settecento, si atteggiano a genitori che “operano per il popolo ma non attraverso il popolo”, mantenuto in condizioni di minorità.

Certo, abbiamo assistito ad una illustrazione, tanto sbrigativa quanto ritardata, del PSC ma non ci è stato dato modo e tempo di approfondire il significato, le ricadute, le conseguenze delle scelte amministrative. Ci viene negata la possibilità di leggere i verbali delle conferenze dei servizi per il PSC, in quanto nella richiesta non abbiamo indicato il numero di protocollo dei documenti (come se fosse tanto difficile intendere a quali conferenze e a quali verbali si faccia riferimento).

Silenzio tombale grava inoltre e soprattutto sulla partita in assoluto più significativa, la riqualificazione dell’area ex zuccherificio. “Della questione si parla su altri tavoli” ci hanno risposto lapidariamente sindaco ed assessore e, ovviamente, i nostri rappresentanti si guardano bene dal far sapere ai sarmatesi cosa vadano a dire su questi altri tavoli. Tutto ciò è anche dimostrato chiaramente dall’esiguo spazio dedicato allo sviluppo dell’ex Eridania nel Documento preliminare del PSC; sembra che quella porzione del territorio sarmatese non sia “affare” dei Sarmatesi.

Alla luce dei pochissimi dati certi che possediamo, letti appunto nel Documento preliminare del PSC, vogliamo quindi interrogarci su cosa succederà a Sarmato, attraverso una riflessione critica sui dati stessi.

Come è possibile mitigare l’impatto delle arterie viabilistiche dal momento in cui si ipotizza la creazione di un’ulteriore corsia autostradale e di un collegamento con il casello autostradale di Castel san Giovanni? E se la mitigazione prevede la trasformazione della via Emilia in un boulevard con la concomitante riconversione delle aziende lungo la via Emilia in attività commerciali, il traffico aumenterà o diminuirà?

Poiché si prevedono scenari di intenso aumento demografico, fino a raggiungere i 4680 abitanti nel 2025 (oggi siamo poco meno di 3000), sappiamo quale sarà la tipologia di nuovi residenti? E da cosa saranno attratti verso Sarmato? Da quale zona proverranno? Ci si è chiesti se, oltre a quelli del paese, i servizi della Val Tidone potranno supportare tale incremento?

Considerato che il PSC mette in relazione aumento demografico ed insediamenti economici nell’area ex zuccherificio, quali tipi di attività si andranno ad insediare tali da esercitare una così forte attrattiva residenziale? E’ sufficiente parlare genericamente di attività produttive, o è necessario specificare quali, quante ed entro quali tempi?

L’accessibilità a tale area è stata concordata con i comuni limitrofi e gli enti sovraordinati? Quali percorsi sono stati individuati? Da chi saranno finanziati? Quali sono i tempi previsti? A che punto è l’accordo territoriale Comune-Provincia che, se non sottoscritto entro il 30 ottobre 2011, potrebbe determinare una riduzione dei contributi regionale per l’APEA?

In conclusione lamentiamo un difetto di metodo, sia interno (silenzio con i cittadini riguardo temi di rilevanza vitale per il paese) che esterno (difficoltà a fare sistema con altre amministrazioni, per quanto tutte dello stesso colore politico), ed anche un difetto nei contenuti, che appaiono spesso superficiali e lacunosi.

Sabrina

giovedì 20 ottobre 2011

Il futuro

UNITI PER SARMATO

SARMATO CHE CI SARA’

…MA SE ENTRO IL 30 OTTOBRE 2011 IL COMUNE DI SARMATO DEVE FIRMARE L’ACCORDO TERRITORIALE PER L’ERIDANIA (PER NON PERDERE PARTE DEI CONTRIBUTI REGIONALI SULL’APEA), E’ POSSIBILE SAPERE PRIMA DELLA FIRMA QUALI SARANNO I CONTENUTI DI QUESTO ACCORDO?

…MA SE NEL 2025 SARMATO AVRA’ 4680 ABITANTI, CHI SARANNO QUESTI NUOVI CONCITTADINI? PERCHE’ SARANNO VENUTI AD ABITARE A SARMATO? ATTRAVERSO QUALI STRATEGIE SARANNO STATI INDOTTI A TRASFERIRSI DA NOI?

…MA SE LA VIA EMILIA DOVRA’ ESSERE RIQUALIFICATA E TRASFORMATA IN UN BOULEVARD COMMERCIALE, CHE FINE FARANNO LE AZIENDE PRODUTTRICI CHE ATTUALMENTE LAVORANO LUNGO LA STRADA? E QUALE SARA’ L’IMPATTO DEL TRAFFICO CHE SI DIRIGERA’ IN TUTTI QUESTI CENTRI COMMERCIALI?

…MA SE FOSSE NECESSARIO SVILUPPARE UN MIGLIORE COLLEGAMENTO CON IL CASELLO AUTOSTRADALE ESITENTE DI CASTEL SAN GIOVANNI, QUALE SARA’ IL TRAGITTO?

TUTTO CIO’ CHE L’AMMINISTRAZIONE CONOSCE SUL NOSTRO FUTURO, MA NON DICE

PARLIAMONE INSIEME

MARTEDI’ 25 OTTOBRE, ORE 21.00

PRESSO LA SALA CONSILIARE

martedì 18 ottobre 2011

La piazza che verrà

Finalmente è successo qualcosa a Sarmato! Ieri sera si è parlato di viabilità del paese; naturalmente di quella interna, perchè di quella al servizio dell'Eridania "si parla su altri tavoli" (ma cosa diavolo si vada a dire su questi altri tavoli, nessuno lo sa, forse neppure quelli che vanno a parlare...).
Comunque, anche se un malanno di stagione mi ha impedito di partecipare, ho avuto notizie sommarie su quanto è stato illustrato.
La parte del leone l'ha fatta il progetto per la modifica di piazza Roma (sul resto pare si sia capito ben poco dalle relazioni): chiuso il transito davanti ai bar, doppio senso di marcia sotto la volta del Comune, accesso a via Centrale (che mantiene il senso unico verso piazza Chiesa) solo dopo una doppia svolta ad angoli retti, doppio senso di marcia in via Chiesa.
Quello che non mi è stato riferito, ma che ritengo prioritario è: qual è lo scopo del progetto? Sicurezza, semplificazione, razionalizzazione...?
Solo alla luce dell'obiettivo da perseguire, si può valutare se il nuovo progetto sia effettivamente efficace per raggiungere lo scopo.
Per ora, cosa si può dire quindi?
  1. Così come viene proposta, la nuova piazza è un tentativo di forzare il nuovo mondo in una realtà antica. Infilare due corsie sotto la volta del Comune (come succedeva una volta) è assolutamente anacronistico, disfunzionale e peggiorativo della sicurezza.
  2. Imporre ai veicoli di effettuare due svolte ad angolo retto e con uno spazio piuttosto limitato per immettersi in via Centrale non fluidifica nè agevola il traffico, soprattutto se si pensa ai mezzi che devono rifornire i negozi di via Centrale, furgoncini con una discreta stazza.
  3. L'area pedonale circondata dalla vecchie e nuove corsie di marcia non è certamente più sicura.
  4. L'estetica dell'insieme non riceve alcun valore aggiunto.
In conclusione, quindi, val la pena investire 100 mila euro (più tutti gli oneri accessori, per un totale presumibile di circa 140 mila euro) per non ottenere praticamente nulla?
Sabrina