mercoledì 29 settembre 2010

SCENE DI ESASPERAZIONE

Ieri sera si è svolta l'assemblea pubblica richiesta all'Amministrazione dai genitori dei bambini che frequentano le scuole dell'infanzia e primaria di Sarmato. Ciò che ha spinto le famiglie ad inoltrare questa richiesta è una lettera del Sindaco, recapitata ai genitori il secondo giorno di scuola, nella quale si dice che da questo anno scolastico per i bambini iscritti alla mensa si dovranno pagare tutti i pasti, indipendentemente dalla presenza o meno dei ragazzi in mensa. Unica eccezione viene fatta per chi in quella mattinata è assente anche dalle lezioni.
Naturalmente tale provvedimento, comunicato ad anno scolastico avviato, ha destato grande irritazione nelle famiglie che, appena ne hanno l'opportunità (magari quando il turno di lavoro lo consente), cercano di risparmiare qualche euro portando i figli a mangiare a casa, pur avendoli iscritti al servizio. A questa considerazione si sono aggiunti tutti i dubbi circa la legittimità della iniziativa. Se i genitori pagano il Comune anche per pasti non consumati, a chi vanno quei soldi? Vengono versati alla ditta che gestisce la mensa? Sono trattenuti dal Comune? In entrambi i casi si può configurare un'azione illecita. E poi, da chi e da cosa è stato stimolato il provvedimento? E' iniziativa del Comune? Nasce da una richiesta della scuola? O è sollecitata dalla ditta che eroga il servizio?
Allo scopo precipuo di tutelare i loro interessi, ma anche per fare chiarezza, alcune mamme hanno richiesto la convocazione dell'assemblea durante la quale si è espressa tutta l'esasperazione di famiglie deluse da una serie ormai lunga di provvedimenti assunti d'imperio, senza preventiva condivisione nè comunicazione, che indeboliscono i servizi per l'infanzia e gravano economicamente sulle famiglie, già provate dalla crisi di questi tempi (riduzione del servizio scuolabus, aumento consistente di tutte le tariffe, ed ora obbligo di pagare anche pasti non consumeti).
L'iniziale rumoraggiare dei presenti (e, a differenza di quanto già si mormorava in piazza stamattina, tra i presenti non c'erano agitatori, ma solo persone realmente toccate dalla questione) si è ben presto trasformato in vera e propria contestazione nel momento in cui le persone hanno avvertito l'irrigidimento e la chisusura (già sperimentate anche in occasioni precedenti)dei rappresentati dell'Amministrazione.
Un semplice problema organizzativo (si tratta di garantire la certezza del numero di frequentanti la mensa per consentire alla ditta che gestisce il servizio di acquistare i rifornimenti in quantità adeguate e alla scuola di organizzare i turni di sorveglianza con il personale insegnante)è stato affronatato dall'Amministrazione con un provvedimento discutibile dal punto di vista della liceità e, soprattutto, lesivo dei bisogni dei cittadini. I genitori, esacerbati da una politica comunale che non vuol tenere in minima considerazione le esigenze delle persone, da risposte dure e talvolta offensive, hanno sfogato la loro rabbia, manifestando tutto il dissenso possibile. I toni sono diventati così duri ed accesi perchè è stata percepita l'ennesima chiusura dell'Amministrazione che non ha saputo trasformare la serata in un vero momento di "democrazioa partecipata", magari lasciando che già in apertura fossero proprio i genitori richiedenti l'incontro ad esporre le loro ragioni e a proporre soluzioni.
Le reazioni di qualche Assessore, che ha inveito rabbiosamente contro genitori che stavano protestando, e quella del Sindaco, che ha chiesto l'intervento dei carabinieri in sala, non sono state certo la forma più democratica attraverso la quale relazionarsi con cittadini-elettori. Hanno dimostrato una reale difficoltà a confrontarsi con i cittadini, ad aprirsi all'ascolto e ad ammettere la possibilità di fare un passo indietro di fronte a palesi scelte sbagliate. Solo a conclusione di una concitatissima discussione, infatti, il Sindaco ha demandato la soluzione del problema alla costituenda commisione mensa che dovrà eleborare un regolamento. Ma perchè non pensarci prima? Perchè procedere in maniera così irrazionale tanto da scatenare la rabbia delle persone?
Tutto ciò che è stato gridato dai genitori rappresenta il sentire di una parte consistente della comunità sarmatese, non ha connotazione politica e ci auguriamo che nessuno si permetta di etichettarlo come semplice opposizione della Minoranza, intendendo così sminuire il valore delle idee dei cittadini!
Sabrina

mercoledì 22 settembre 2010

La ricerca del consenso

"La vecchia amministrazione utilizzava le associazioni come serbatoio di voti. Il Comune ora deve venirci incontro per sistemare ciò che non è in regola"
Questo è quanto dichiarato da Fracesco Marazzi in assemblea pubblica, mercoledì 15 settembre, e riportato da Libertà. Poichè a più di una settimana di distanza non è comparsa alcuna smentita o rettifica, devo pensare che le parole trascritte dal corrispondente siano quelle effettivamente pronunciate, pertanto mi piacerebbe raccontare la mia versione dei fatti, visto che anche sul blog il rapporto tra associazioni e precedente amministrazione è un tema più volte sollevato.
In primo luogo vorrei spiegare in quale modo ho cercato di relazionarmi con le numerose associazioni del paese.
Ho sempre pensato che compito di una amministrazione fosse quello di sostenere ed appoggiare i programmi delle associazioni, rispettandone l'autonomia, senza ingerenze ed intromissioni ma anche senza sovrapposizioni di programmi. Per questo il Comune, durante il mio mandato, ha svolto la funzione di supporto logistico-organizzativo (mettendo a disposizione personale, strutture e mezzi, garantendone il più possibile l'accessibilità e la funzionalità) ed ha favorito l'attuazione delle iniziative attraverso l'erogazione di contributi economici nella forma più equilibrata possibile. Naturalmente, nella definizione dei contributi, l'Amministrazione da me diretta aveva fatto delle scelte, condivisibili o meno, ma dichiarate ed evidenti: i gruppi e le attività dei giovani sono state giudicate particolarmente meritevoli di sostegno perchè si potevano configurare, oltre che come occasioni di svago, divertimento ed aggregazione, anche come occasioni di crescita del senso di appartenenza alla nostra comunità.
A fondamento di questo approccio stanno il significato ed il valore che io attribuisco alle associazioni ciascuna delle quali, in quanto espressione di una parte della collettività sarmatese, opera a beneficio della collettività medesima, essendo emanazione del nostro territorio, agisce "pro-loco", cioè a favore di Sarmato. Non mi sono mai sognata quindi di subordinare il riconoscimento di un contributo allo svolgimento di qualche pretesa mansione aggiuntiva (ad esempio la cura del verde pubblico svolta gratuitamente da un gruppo) con valore sociale, perchè ogni iniziativa associativa ha già di per sè valore sociale.
Può essere quindi giustificata l'affermazione di Francesco Marazzi contenente l'accusa di clientelismo? A prescindere dal fatto che la risposta potrebbe già essere evidente dal risultato elettorale, credo che sia difficile interpretare come "ricerca del consenso" l'azione di una amministrazione che svolge il proprio ruolo istituzionale, ossia quello di promuovere le iniziative della collettività, di garantire a tutti i gruppi del paese la possibilità di esprimere e concretizzare la propria progettualità culturale, ricreativa e sociale.
Ma se ancora questo non bastasse, si potrebbe anche ricordare che le associazioni sarmatesi mai hanno assunto una condotta "clientelare", mai si sono sentite nè mostrate docili strumenti per raccogliere voti (anzi, il più delle volte, a turno e pubblicamente, le associazioni lamentavano la scarsità del contributo economico o manifestavano varie critiche all'amministrazione).
Ora, al contrario, cosa abbiamo? Un'amministrazione che non spiega quali criteri segua per erogare contributi alle associazioni, che vincola la concessione del contributo alla presentazione dell'elenco dei soci e chiede alle associazioni di accollarsi l'esecuzione di lavori di manutenzione su aree pubbliche, che nei fatti non dà contributi a nessuno, che ingerisce nelle attività associative e si appropria di tutte le manifestazioni realizzate dalle associazioni, fregiandosi del successo ottenuto.

Sabrina

lunedì 13 settembre 2010

E noi paghiamo....!

Si dice in paese che il colore con il quale la nuova via Centrale di Sarmato era stata così alacremente dipinta ieri pomeriggio (domenica) non sia piaciuto all'Amministrazione o, forse, solo al Sindaco e che la ditta esecutrice sia stata costretta a fare il lavoro da capo.
Ma chi paga?

venerdì 10 settembre 2010

Cosa ne sarà del centro anziani di Sarmato?

Ieri sera ho ascoltato a Sarmato questa frase "Ogni gruppo ha bisogno di una sede" ed ho sentito il dovere di pubblicare anche qui questa lettera di "Uniti per Sarmato". Fino ad ora non l'avevo fatto perchè la consideravo troppo lunga per uno strumento informativo quale il blog, ma ora penso che il tema meriti tutta la pazienza dei lettori.
"Abbiamo assistito per più di un mese, come spettatori attenti, interessati, ma silenti, all’unica azione amministrativa degna di nota (anche se negativamente) nell’estate sarmatese ed abbiamo raccolto parecchie informazioni, che sono state utili per costruire un quadro piuttosto chiaro della situazione. Ormai le varie posizioni sono emerse in tutte le loro sfaccettature ed un giudizio fondato può essere formulato. Si tratta prevalentemente di un giudizio morale, in quanto, prima ancora di essere consiglieri comunali, siamo esseri umani e riteniamo che nessun fatto umano debba lasciarci indifferenti, siamo parte di una comunità e ciò che accade alle altre parti ci riguarda direttamente, soprattutto quando si tratta di una “parte debole”. Crediamo che in questi casi la vera preoccupazione non debba essere quella di nascondere agli occhi dei lettori di un quotidiano quanto il nostro piccolo paese sia travagliato, per tutelare un’immagine non realistica, bensì quella di manifestare pubblicamente il pieno sostegno a chi ha subito una manifesta ingiustizia, nella speranza che mai più possa accadere.
Il fatto è noto: il Sindaco ha cambiato la serratura della sede della locale associazione degli anziani (denominata, da statuto, “Centro sociale anziani di Sarmato”) senza preventivamente darne alcuna informazione ai membri dell’associazione. La causa scatenante del fatto è altrettanto conosciuta: gli anziani, impossibilitati per motivi personali e per età a garantire direttamente l’apertura della sede durante la fase dell’emergenza calore, così come ordinato dal Sindaco, hanno comunque reso possibile l’accesso agli spazi mettendo il Comune in condizione di utilizzare la loro sede, consegnando una chiave in Municipio. D’altra parte l’ordinanza del Sindaco recitava: “dovrà rimanere accessibile il locale principale” del Centro, senza però precisare con quali modalità l’accessibilità dovesse essere garantita (e la logica ci dice che mai un Sindaco avrebbe potuto chiedere agli anziani di sobbarcarsi direttamente ed esclusivamente la gestione di una emergenza che minaccia proprio gli anziani stessi). Non si può quindi affermare che gli anziani non abbiano ottemperato all’ordinanza sindacale, poiché il centro è stato reso accessibile, e la consegna di una sola chiave non può essere addotta come motivazione valida per giustificare l’improvvisa estromissione dell’associazione dalla sede che ha utilizzato per tanti anni.
Anche la presenza di una convenzione scaduta da tempo, rappresenta una condizione molto labile e solo formalistica per un’azione che probabilmente è ai limiti della legalità. E’ una condizione labile in quanto da mesi il direttivo dell’associazione, durante un colloquio alla presenza di vari membri dell’Amministrazione, aveva segnalato la situazione al Sindaco il quale non aveva dato particolare peso alla cosa; è formalistica, cioè priva di contenuto, perché un atto quale una convenzione è solo la cornice esteriore che deve suggellare ed ufficializzare la vera sostanza, ossia una volontà concordata attraverso un confronto ed un dialogo che il Sindaco non ha mai cercato.
Quali sono allora le vere ragioni che hanno indotto il Sindaco a tale gesto? Esse devono essere ricercate in tempi e in episodi più remoti, sono ragioni di natura politica, ma di una politica deteriore e becera.
Il Sindaco, resosi conto della debolezza delle sue prime argomentazioni, ha rincorso via via altre giustificazioni per validare il proprio atto (è addirittura arrivata a sostenere che il cambio della serratura si è reso necessario per motivi di sicurezza, in quanto nella cucina ci sono coltelli con i quali qualcuno avrebbe potuto farsi male), ma chi meglio ha dichiarato i reali moventi è l’Assessore esterno all’Urbanistica Milena Buzzi, la quale per l’occasione ha vestito in modo molto sintomatico i panni politici del coordinatore locale del Pdl.
Il suo intervento sulle pagine di Libertà è illuminante: l’associazione “Centro sociale anziani di Sarmato” è stata estromessa dalla sua sede per puro spirito di rivalsa, per ripicca, diciamolo pure, per vendetta. Voci di piazza hanno riportato all’assessore/coordinatore che lo scorso anno, dopo la vittoria elettorale del centro-destra, qualche libero cittadino sarmatese, membro del centro anziani, ovviamente a titolo esclusivamente personale, avrebbe dichiarato di non voler collaborare con la nuova amministrazione ed ecco che l’ira funesta si è scatenata! Ammesso e non concesso che certe affermazioni siano state fatte, in un momento di sconforto ogni singola persona può esprimere il proprio stato d’animo in varie maniere, salvo poi accettare il verdetto elettorale e continuare a svolgere il proprio ruolo ed il servizio a favore di una collettività, come dimostrato dal fatto che il “Centro sociale anziani” ha mantenuto un impegno collaborativo nei confronti del Comune.
Ci chiediamo: come è possibile che un’Amministrazione (e ci riferiamo qui a TUTTA LA MAGGIORANZA COMPATTA, in quanto nessuno tra gli amministratori si è pubblicamente dissociato dall’azione del Sindaco) confonda ipotetici commenti di una piazza con la riconosciuta e meritoria attività di un’associazione operante nel paese da 15 anni? Come è possibile che un’Amministrazione segua il criterio operativo della punizione di eventuali dissenzienti e non quello della ricerca di un vero consenso, fondato sull’apertura, sul dialogo e sull’impegno nella risoluzione dei problemi delle persone? Come è possibile che un’Amministrazione che ha vinto le elezioni per 12 voti assuma in così breve tempo un atteggiamento totalitario, fondato sulla propaganda e sul terrore (il messaggio in paese è chiaro: oggi la scure si è abbattuta sul Centro anziani vediamo a chi toccherà domani)?
Sono questi i segni della povertà politico-culturale di un’Amministrazione che, in nome di una procedura burocratica, crede di poter schiacciare la correttezza morale, che interpreta l’unità del paese come riconduzione di tutto e tutti ad un pensiero unico e come annullamento dell’autonomia dei singoli e dei gruppi sociali, che varia pesi e misure nella gestione degli spazi pubblici a seconda della simpatia che prova per persone ed associazioni. Il dialogo promesso ai Sarmatesi si è trasformato in monologo, la partecipazione in inquadramento ed irreggimentazione e l’arbitrio guida l’ azione amministrativa?"
UNITI PER SARMATO