Ecco le riflessioni e le informazioni che abbiamo condiviso ieri sera sul futuro di Sarmato.
Partendo con un’analisi del programma della nuova pianificazione urbanistica è emerso che:
- il programma ignora completamente le esigenze formative, al di là della scuola dell’obbligo, e socio-sanitarie del territorio;
- il programma è estremamente carente in merito alle valutazioni e alle forme di tutela ambientale: si limita a dichiarare l’adozione delle tutele previste dalla legge e dagli enti sovraordinati;
- il programma non è particolarmente originale in quanto recupera idee e .progetti già definiti : riqualificazione del castello come luogo per attività culturali e spazi ricettivi;
- il programma propone interventi di imbellettamento del panorama ed è contraddetto dagli interventi già in corso: la prevista mitigazione attraverso corridoi verdi si scontra con i programmi di creazione di una terza corsia dell’autostrada e, soprattutto, con la creazione del nuovo collegamento con il casello autostradale di Castel San Giovanni il cui tragitto rischierebbe di essere particolarmente invasivo (come attestato dai tracciati proposti dall’Amministrazione); la mitigazione, attraverso filari di alberi, è solo un maquiage. L’intervento sui punti critici della viabilità contrasta con quanto attualmente si sta realizzando sulla via Emilia; il nuovo accesso all’area piazzale e capannone in costruzione poteva essere sostituto con un accordo, tra la ditta interessata all’accesso e le altre che operano lungo via Sito Nuovo e via Colombo, per la riqualificazione dell’accesso già esistente;
- il programma sembra far gravitare buona parte dello sviluppo sarmatese attorno all’area dell’ex zuccherificio senza esplicitare alcun contenuto relativo a quell’area: le nuove attività produttive potranno insediarsi solo nell’area dell’ex zuccherificio, anche le attuali attività presenti lungo la via Emilia dovranno trasferirsi in quel comparto e le strutture esistenti dovranno essere riconvertite in attività commerciali, per creare lungo la via Emilia un grande boulevard; la crescita demografica del comune dipende dallo sviluppo dell’area Eridania. Ma cosa si sta progettando per quell’area? O, meglio, cosa va a dire l’Amministrazione ai tavoli su cui si discute del futuro dell’area?
Sicuramente, da quanto si legge sui quotidiani, in 2 anni l’Amministrazione non è stata in grado di creare un tavolo di confronto con i comuni limitrofi per un progetto condiviso che rilevasse le esigenze della vallata e ne individuasse le risposte, altrimenti il sindaco di C.S. Giovanni non avrebbe assunto una posizione così forte contro le scelte di Sarmato.
Dai documenti che il Comune ha inviato alla Provincia si ricava invece che:
· il cronoprogramma concordato con la Regione prevede che entro la fine di ottobre 2011 Comune e Provincia firmino l’Accordo territoriale per lo sviluppo del polo ex Eridania;
· la bozza di questo Accordo definisce le destinazioni dell’area (APEA a nord via Emilia, 10mila metri di area commerciale a sud), la viabilità d’accesso (collegamento con casello di C.S. Giovanni e completamento della tangenziale di Piacenza con casello a Rottofreno), l’impegno della proprietà a creare sulla via Emilia una rotonda di collegamento tra le due porzioni, a finanziare il completamento della tangenziale di Piacenza e la valorizzazione della ZPS;
· il progetto di valorizzazione della ZPS prevede una spesa di 35mila euro;
· la proprietà dell’area propone un contributo perequativo (solo in funzione della destinazione commerciale, non per l’area produttiva) di 500mila euro da destinare a ZPS e completamento tangenziale;
· i tracciati di collegamento con il casello di Castello proposti dal Comune sono 3, l’ultimo dei quali confluisce (con una rotonda, ma perché una rotonda e non un semplice innesto?) sulla strada della Guidona, per poi arrivare fino a Molza, aggirare il Poggio ed uscire sulla via Emilia subito dopo l’area produttiva Ferrari-Taina;
· lo studio sull’impatto viabilistico derivante dai nuovi insediamenti nell’area dichiara che l’incremento dei veicoli è sostenibile dall’attuale viabilità, cioè non risulterebbe eccessivamente gravoso;
· lo studio relativo all’impatto dell’area commerciale dichiara che tale insediamento non danneggerà le attività commerciali già presenti nella zona.
Poiché tutti questi contenuti sono ancora oggetto di discussione, magari qualcosa cambierà. Finalmente, però, grazia a documentazione che abbiamo avuto dalla Provincia sappiamo quello che l’Amministrazione va a dire sugli “altri tavoli”.