...o blindato? E' iniziato venerdì sera il percorso del bilancio partecipativo o partecipato (non ci è stata chiarita la differenza) del Comune di Sarmato. Il Sindaco, coadiuvato dal collega esperto, docente all'Università di Parma, ha illustrato le finalità, l'impostazione e le fasi procedurali di questa iniziativa, assolutamente meritevole, che sembra finalmente attuare uno dei pochi capisaldi del programma elettorale dell'Amministrazione (nonchè uno dei cavalli di battaglia della precedente minoranza, come ricordato dal Sindaco stesso).
Ma non è tutto oro quel che luccica...proviamo a guardare dietro lo scintillio.
La proposta che ci è stata rivolta si caratterizza per rigidità, macchinosità ed artificiosità.
In primo luogo, la disciplina del percorso è contenuta in un regolamento, definito non si sa bene da chi, ma sicuramente non partecipato nè condiviso all'interno di alcun organo istituzionale che ha competenza sui regolamenti comunali (ad esempio una commissione consigliare) e che nelle sue parti strutturali è intoccabile.
Una volta stabilite unilateralmente le regole del gioco, i Sarmatesi hanno tutta l'autonomia possibile per giocare, infatti:
Senza dubbio, l'aspetto che più ha destato stupore nel pubblico presente l'altra sera è il mancato impegno economico del Comune per la realizzazione dei progetti che otterranno maggiore consenso tra le persone, disimpegno motivato dal Sindaco e dall'esperto con le difficoltà economiche dell'ente. La discussione si è pertanto orientata in due direzioni: la solita critica al bilancio lasciato dalla precedente Amministrazione e l'analisi delle possibili nuove entrate (qualcuno ha proposto di attirare a Sarmato nuovi residenti con un reddito Irpef elevato...), senza però evidenziare il dato veramente distintivo della posizione del Sindaco. l'Amministrazione non intende trasformare le proposte dei cittadini in propri progetti, ma continuerà a perseguire i propri programmi e se i sarmatesi vorranno cose in più o diverse, dovranno trovare autonomamente il modo per attuarle (per gentile concessione del Comune che mette a disposizione i dipendenti comunali come consulenti dei cittadini). I contenuti del bilancio partecipativo non verranno quindi integrati nel bilancio ufficiale perchè l'Amministrazione non ha alcuna intenzione di lasciare che siano i cittadini a decidere almeno una parte dei programmi per ciascun anno di mandato, di sostituire qualche propria idea con quelle dei cittadini, anzi, se le idee delle persone non saranno in linea con quelle del programma dell'Amministrazione, verranno censurate.
Detto in altro modo: l'Amministrazione continuerà ad aumentare tariffe, a chiudere strade, a togliere lo scuolabus ecc. ecc. senza dover rendere conto e senza condividere le decisioni (come fatto fino ad ora) perchè esisterà un bilancio parallelo all'interno del quale i Sarmatesi faranno le loro scelte e, se non saranno in grado di autofinanziarsi, tutto resterà lettera morta.
Sabrina
Ma non è tutto oro quel che luccica...proviamo a guardare dietro lo scintillio.
La proposta che ci è stata rivolta si caratterizza per rigidità, macchinosità ed artificiosità.
In primo luogo, la disciplina del percorso è contenuta in un regolamento, definito non si sa bene da chi, ma sicuramente non partecipato nè condiviso all'interno di alcun organo istituzionale che ha competenza sui regolamenti comunali (ad esempio una commissione consigliare) e che nelle sue parti strutturali è intoccabile.
Una volta stabilite unilateralmente le regole del gioco, i Sarmatesi hanno tutta l'autonomia possibile per giocare, infatti:
- non è compito dell'Amministrazione diffondere informazioni sul bilancio partecipativo, ma spetta ai cittadini, attraverso il passaparola, informare tutti gli altri e promuovere la partecipazione;
- i cittadini stessi devono poi elaborare il progetto (descriverlo, indicare le finalità e gli strumenti per l'attuazione) e valutarne la fattibilità da un punto di vista tecnico;
- l'Amministrazione non mette a disposizione alcuna risorsa di bilancio per realizzare i progetti, ma i proponenti hanno il preciso incarico di garantirsi le fonti di finanziamento, pena l'esclusione del progetto presentato;
- naturalmente, spetta poi a chi ha presentato il progetto trovare chi lo vota.
Senza dubbio, l'aspetto che più ha destato stupore nel pubblico presente l'altra sera è il mancato impegno economico del Comune per la realizzazione dei progetti che otterranno maggiore consenso tra le persone, disimpegno motivato dal Sindaco e dall'esperto con le difficoltà economiche dell'ente. La discussione si è pertanto orientata in due direzioni: la solita critica al bilancio lasciato dalla precedente Amministrazione e l'analisi delle possibili nuove entrate (qualcuno ha proposto di attirare a Sarmato nuovi residenti con un reddito Irpef elevato...), senza però evidenziare il dato veramente distintivo della posizione del Sindaco. l'Amministrazione non intende trasformare le proposte dei cittadini in propri progetti, ma continuerà a perseguire i propri programmi e se i sarmatesi vorranno cose in più o diverse, dovranno trovare autonomamente il modo per attuarle (per gentile concessione del Comune che mette a disposizione i dipendenti comunali come consulenti dei cittadini). I contenuti del bilancio partecipativo non verranno quindi integrati nel bilancio ufficiale perchè l'Amministrazione non ha alcuna intenzione di lasciare che siano i cittadini a decidere almeno una parte dei programmi per ciascun anno di mandato, di sostituire qualche propria idea con quelle dei cittadini, anzi, se le idee delle persone non saranno in linea con quelle del programma dell'Amministrazione, verranno censurate.
Detto in altro modo: l'Amministrazione continuerà ad aumentare tariffe, a chiudere strade, a togliere lo scuolabus ecc. ecc. senza dover rendere conto e senza condividere le decisioni (come fatto fino ad ora) perchè esisterà un bilancio parallelo all'interno del quale i Sarmatesi faranno le loro scelte e, se non saranno in grado di autofinanziarsi, tutto resterà lettera morta.
Sabrina