Visualizzazione post con etichetta ex Zuccherificio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ex Zuccherificio. Mostra tutti i post

venerdì 16 marzo 2012

Ecco i risultati

L’Accordo territoriale per lo sviluppo dell’area ex zuccherificio di Sarmato era un obbligo di legge che è stato assolto e, al contempo, un’opportunità che non è stata colta.

La precedente Amministrazione sarmatese aveva lasciato all’attuale dei chiari indirizzi politici e degli atti concreti che davano attuazione effettiva a tali indirizzi. Attraverso una reale collaborazione interistituzionale con Provincia e Regione, infatti, erano state definite le nuove destinazioni del comparto, secondo criteri di innovatività e sostenibilità. Per la zona più a nord era stata richiesta ed ottenuta la classificazione di Zona di Protezione Speciale (come strumento di mitigazione e compensazione, oltre che come opportunità per valorizzare iniziative ecosostenibili); era stata adottata la variante urbanistica per la classificazione della porzione intermedia come Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata, interdetta alle attività logistiche (per garantire uno sviluppo di qualità e meno impattante possibile); nella porzione a sud, il PTCP aveva previsto la collocazione di un polo funzionale misto (per attrarre anche insediamenti connessi all’innovazione e alla ricerca, oltre che commerciali).

Cosa restava da fare alla nuova Amministrazione a partire dal 2009? Stipulare l’Accordo territoriale e precisamente: avviare una reale concertazione con i comuni della Val Tidone grazie alla quale far emergere le vocazioni, le prospettive, le opportunità di tutta la valle e progettare quindi in maniera equilibrata e concorde; valutare benefici e oneri per l’intera vallata (Sarmato compreso) derivanti dalla riqualificazione dell’ex area Eridania; ottemperare alle prescrizione del PTCP il quale è uno strumento e, come tale, può avere un uso benefico o distruttivo (il bisturi, ad esempio, se ben usato può salvare delle vite, se impiegato in maniera maldestra, può deturpare o uccidere).

Ben poco di tutto ciò è stato fatto. L’Amministrazione Tanzi ha da sempre vissuto la necessaria sovracomunalità del comparto su cui insisteva lo zuccherificio come un’espropriazione di diritti, pertanto ha agito in maniera antagonistica e, in questa lotta, non ha certo vinto.

Non è stato creato alcun reale confronto, non c’è stata la capacità, e tanto meno la volontà, di effettuare una disamina del significato che lo sviluppo dell’area ex Eridania potrà avere per tutti i comuni della Val Tidone, coinvolgendoli in una programmazione condivisa, in ottica sistemica, con uno sguardo sul lungo periodo. Da ciò sono derivati il manifesto disinteresse per la questione, da parte di un buon numero di comuni, e gli attacchi feroci da parte di altri.

La Provincia non ha certo aiutato il Comune ad affrontare adeguatamente il processo. Si è limitata a considerare la Val Tidone non come territorio omogeneo, il cui futuro travalica gli angusti confini comunali , ma come un assemblaggio di minuscoli comuni, ciascuno dei quali guarda solo al proprio campanile e che deve essere soddisfatto nelle sue localistiche richieste.

Come diretta conseguenza di tutto ciò, l’Amministrazione sarmatese, pur di concludere in fretta, si è assoggettata alle pretese della Provincia e di qualche comune, forse senza rendersi conto di essersi privata dei benefici e di aver mantenuto per sé solo gli oneri. Se lo sviluppo del comparto di Sarmato genera traffico ed impatto ambientale, il primo a subirne gli effetti è Sarmato stesso. Ma tutta la perequazione (200mila euro di oneri di urbanizzazione che Sarmato dovrà versare alla Provincia) sarà destinata ad interventi in altri comuni. Se i nuovi insediamenti porteranno occupazione e ricadute positive per l’indotto, non sarà solo Sarmato a beneficiarne, ma anche Castel San Giovanni, Borgonovo, Rottofreno, ecc, eppure, nessuno di questi comuni ha mai “compensato” Sarmato quando ha aperto supermercati, ha costruito capannoni, ha collocato ed ampliato poli logistici.

Ottemperare alle prescrizioni del PTCP significa contribuire all’ultimo tratto della tangenziale ovest di Piacenza (che non è ancora inserita negli strumenti di pianificazione e per la quale non c’è progetto) e individuare il tracciato per la tangenziale di Castel San Giovanni. Il PTCP non definiva l’entità del contributo; è stato calcolato dalla Provincia, attraverso l’Accordo, ed il Comune ha accettato: un milione di euro sarà versato dalla società proprietaria dell’area ex zuccherificio alla Provincia, per finanziare la tangenziale ovest di Piacenza, e nulla resterà per il paese. E’ una cifra congrua? Dalla reazione di altri comuni, parrebbe proprio di no; non è quindi escluso che Rottofreno e Gragnano otterranno calcoli meno onerosi per la loro parte di contributo, quando Sarmato avrà già pagato o, meglio, quando avrà versato quell’ingentissima cifra alla Provincia senza ancora conoscere i costi totali dell’opera ed i tempi per la sua realizzazione (come dire: creiamo un bel fondo che ristagnerà per anni nelle casse della Provincia senza alcun proficuo utilizzo per il territorio, proprio in un periodo di crisi, in cui c’è bisogno di dare respiro alle attività produttive locali). Il PTCP lasciava poi al confronto fra Sarmato e Castel San Giovanni la definizione del corridoio per la tangenziale che collegherà il casello castellano con la via Emilia; il confronto ha prodotto un tracciato che passerà a trecento metri dalla piazza di Sarmato (ed il Comune ha speso anche 7mila euro per tale progetto).

Ci aspettavamo di meglio.

Uniti per Sarmato

domenica 4 marzo 2012

Che soddisfazione!

Finalmente ce l'abbiamo fatta, finalmente abbiamo snidato il Sindaco, finalmente domani sera sapremo "cosa vanno a dire sugli altri tavoli" in merito all'area ex zuccherificio! Il Sindaco ce lo concede e lo concede a tutti i Sarmatesi! Le nostre reiterate richieste hanno dato frutti.
Alle 20.30 sono convocate tutte le commissioni consiliari in seduta aperta al pubblico per discutere la bozza di Accordo territoriale che determina lo sviluppo del comparto sarmatese.
L'Accordo territoriale è lo strumento previsto dalla Legge Regionale 20/2000 volto a disciplinare i Poli Produttivi a carattere sovracomunale ed i Poli Funzionali, cioè quegli insediamenti che per caratteristiche dimensionali e strutturali (grandi funzioni urbane e servizi caratterizzati da grande attrattività, come funzioni e servizi alla cultura, all'istruzione specialistica e universitaria, alla ricerca, al commercio, alla logistica, allo sport, al divertimento e allo spettacolo) hanno effetti incidenti ben al di là dei confini comunali.
Domani sera sarà pubblicamente illustrata la bozza e, visto il carattere non definitivo di qualsiasi bozza, vista l'impostazione della riunione (aperta alla partecipazione attiva del pubblico), OVVIAMENTE ciò che emergerà dagli interventi di consiglieri e di cittadini sarà tenuto in debito conto e diverrà parte integrante del testo definitivo dell'Accordo.
E' arrivata la vera trasparenza, la vera democrazia partecipata su uno dei temi cruciali per il paese!
Ma...un momento... Da quanto tempo questa bozza è in elaborazione? Ufficialmente almeno dal giugno scorso. Chi ha concorso alla definizione dei suoi contenuti? Ovviamente gli enti che la sottoscrivono, quindi Provincia di Piacenza e Comune di Sarmato; però, secondo quanto prevede la legge, sono stati sentiti anche gli altri Comuni dell'ambito (e i tuoni e fulmini di qualche nostro vicino li abbiamo uditi distintamente); infine, la società proprietaria dell'area avrà espresso la propria posizione e condiviso i contenuti che domani verranno illustrati (non si pianifica una proprietà privata di tale portata in contrasto con il proprietario). Se dopo tanti mesi di lavoro, dopo tanti confronti più o meno accalorati, si decide di rendere pubblici i contenuti di un atto così impegnativo, non può che significare che almeno tutti i soggetti citati sopra hanno trovato "la quadra", cioè hanno dato l'assenso all'Accordo.
E noi cittadini sarmatesi dovremmo illuderci di poter incidere sull'equilibrio faticosamente raggiunto tra soggetti così imponenti? Dovremmo credere che quel che estemporaneamente diremo domani sera (quale livello di approfondimento ci è consentito da una relazione di un paio d'ore su un tema che per essere sviscerato da soggetti competenti ha richiesto 8 mesi?) avrà un valore per chi formulerà il testo definitivo dell'Accordo? Ma figuriamoci...
La zuppa è fatta, ci verrà scodellata e a noi non resterà che "mangiare questa minestra o saltare dalla finestra". Tutto come previsto: hanno deciso e ci fanno la grazia di comunicarcelo.
CHE DELUSIONE...!

lunedì 30 gennaio 2012

Passa il tempo...

Sono ormai trascorsi due mesi dall'assemblea dedicata allo sviluppo dell'area ex zuccherificio. Durante quella serata i relatori (chi più chi meno) hanno dimostrato la magistrale abilità a non dire nulla; si sono limitati ad accanirsi su quegli inermi "uccellini" della ZPS, che nessuna colpa hanno se non quella di aver individuato le nostre vasche di lugunaggio come loro habitat ideale, vasche che per il Sindaco, nonchè per il rappresentante di SECI (ma questo era ovvio), hanno un puro valore economico.
Noi allora avremmo voluto conoscere e ancora oggi, 30 gennaio 2012, vorremmo sapere:
  1. quando e con quali contenuti sarà firmato l'Accordo territoriale con la Provincia?
  2. qualora i soggetti competenti non arrivassero a firmare l'Accordo entro i termini previsti (i cronoprogrammi prevedevano, in un primo tempo, la firma entro ottobre 2011, in un secondo tempo, entro gennaio 2012) quali rischi potrebbero esserci? Magari la perdita dei contributi regionali per l'APEA?
  3. chi ha commissionato e pagato gli studi che dimostrano che lo sviluppo commerciale non avrà alcun effetto sulla rete commerciale esistente e che attestano che l'attuale rete viabilistica può sostenere senza alcun problema l'aumento del traffico dovuto allo sviluppo dell'area? E se è così, perchè alcuni comuni confinanti chiedono tangenziali?
  4. quali criteri sono stati adottati per definire la perequazione/compensazione? La perequazione è a carico solo del polo funzionale o anche dell'APEA? Qual è l'importo calcolato?
  5. quale tracciato è stato individuato per la tangenziale di Castel San Giovanni? La creiamo in modo che passi a 200 metri in linea d'aria dalla piazza di Sarmato e che lambisca la località Poggio?
  6. a carico dello sviluppo ex Eridania, sono previsti altri interventi viabilistici nel territorio di Castel san Giovanni o in altri comuni limitrofi?
  7. l’insediamento commerciale ipotizzato nel polo funzionale è solo extra-alimentare o ci sarà anche la possibilità di una struttura di vendita alimentare?
  8. il polo funzionale ospiterà solo strutture di vendita o sarà destinato anche all’insediamento di qualche altra attività?
  9. poichè tutta la bozza di PSC finora definita da tecnici ed amministratori subordina il futuro di Sarmato allo sviluppo dell'area ex Eridania, qualora lo sviluppo non procedesse secondo gli auspici dell'amministrazione, che valore avrebbe il PSC?
  10. quanto è credibile lo scenario demografico indicato nel PSC che prevede, grazie allo sviluppo dell'area ex Eridania, una crescita della popolazione fino a 4680 abitanti in 13 anni?

Quando avremo le risposte a queste domande? Cosa è successo in questi due ulteriori mesi di silenzio? Hanno firmato quatti quatti l'Accordo? I tempi stringono...e si continua a non sapere nulla.

Sabrina

giovedì 1 dicembre 2011

Ma a quanti interessa?

Nei giorni scorsi si sono svolte a Sarmato due assemblee pubbliche (fulgidi esempi di trasparenza e coinvolgimento) che hanno parzialmente informato i cittadini riguardo l'evoluzione di due delle più significative questioni del nostro paese: lo sviluppo dell'area ex zuccherificio e la riconversione dell'impianto di compostaggio.
L'area occupata dal vecchio zuccherificio Eridania è di circa un milione di metri quadrati, una porzione considerevole per il nostro territorio comunale, porzione ulteriormente ampliata dalle aree potenzialmente toccate dalla tangenziale di Castel San Giovanni.
L'impianto di compostaggio, quello vecchio e quello attuale, dal 1998 ha rappresentato motivo di profonda spaccatura tra i Sarmatesi, ha determinato la nascita del comitato ambientalista "Sarmato viva" e dell'associazione (sempre ambientalista) "Sarmato ambiente e sviluppo", è stato oggetto di pesantissime accuse (quale quella di provocare un significativo aumento di malati e morti per tumore a Sarmato) che sono state naturalmente riversate sulle Amministrazioni comunali Romanini-Torreggiani-Gallinari, le quali non avrebbero mai agito con determinazione per decretarne la chiusura definitiva (e che quindi sono state responsabili di malattie e mortalità).
Viste le premesse, io mi aspettavo di trovare l'intero paese alle due assemblee, pronto ad ascoltare, desideroso di capire, attento e sensibile al futuro di Sarmato, giustamente disponibile a combattere.
E invece? Non più di 30 persone all'incontro sull'Eridania e 15 persone contate (escludendo amministratori di maggioranza e tecnici) a quello sul compostaggio.
A pochi interessa sapere se la tangenziale di Castel San Giovanni passerà a Sarmato, se la via Emilia sarà riconvertita in un percorso commerciale, se la riqualificazione dell'area ex Eridania avverrà in tempi ragionevoli, se l'APEA diventerà il retroporto di Genova, se per semplici motivi politici i nostri amministratori rinunceranno a trarre il maggiore profitto economico-ambientale dalla ZPS, ecc ecc.
Ad ancora meno persone interessa sapere se l'impianto di compostaggio verrà completamente snaturato e trasformato in un impianto per la produzione di energia e se tale riconversione comporterà nel futuro un aumento del dimensionamento e/o una diversificazione della tipologia di rifuti conferiti.
Come sono cambiati i tempi rispetto a quando amministrava il centro-sinistra!
Ora tutto va bene. Neppure "Sarmato ambiente e sviluppo" e "Sarmato viva" si presentano; chi ha sempre tuonato contro compostaggio, impianti a biogas e centrali, chi ha denunciato i pericoli ambientali, la perdita di valore degli immobili e l'insostenibile presenza di cittadini stranieri a causa di uno sviluppo sbagliato e nocivo, ora resta a casa. Forse avrà già avuto tutte le rassicurazioni durante la riunione estiva del comitato paritetico...(quando la Minoranza era impossibilitata a partecipare).

mercoledì 26 ottobre 2011

"Ma cosa andate a dire sugli altri tavoli?"

Ecco le riflessioni e le informazioni che abbiamo condiviso ieri sera sul futuro di Sarmato.

Partendo con un’analisi del programma della nuova pianificazione urbanistica è emerso che:

  • il programma ignora completamente le esigenze formative, al di là della scuola dell’obbligo, e socio-sanitarie del territorio;
  • il programma è estremamente carente in merito alle valutazioni e alle forme di tutela ambientale: si limita a dichiarare l’adozione delle tutele previste dalla legge e dagli enti sovraordinati;
  • il programma non è particolarmente originale in quanto recupera idee e .progetti già definiti : riqualificazione del castello come luogo per attività culturali e spazi ricettivi;
  • il programma propone interventi di imbellettamento del panorama ed è contraddetto dagli interventi già in corso: la prevista mitigazione attraverso corridoi verdi si scontra con i programmi di creazione di una terza corsia dell’autostrada e, soprattutto, con la creazione del nuovo collegamento con il casello autostradale di Castel San Giovanni il cui tragitto rischierebbe di essere particolarmente invasivo (come attestato dai tracciati proposti dall’Amministrazione); la mitigazione, attraverso filari di alberi, è solo un maquiage. L’intervento sui punti critici della viabilità contrasta con quanto attualmente si sta realizzando sulla via Emilia; il nuovo accesso all’area piazzale e capannone in costruzione poteva essere sostituto con un accordo, tra la ditta interessata all’accesso e le altre che operano lungo via Sito Nuovo e via Colombo, per la riqualificazione dell’accesso già esistente;
  • il programma sembra far gravitare buona parte dello sviluppo sarmatese attorno all’area dell’ex zuccherificio senza esplicitare alcun contenuto relativo a quell’area: le nuove attività produttive potranno insediarsi solo nell’area dell’ex zuccherificio, anche le attuali attività presenti lungo la via Emilia dovranno trasferirsi in quel comparto e le strutture esistenti dovranno essere riconvertite in attività commerciali, per creare lungo la via Emilia un grande boulevard; la crescita demografica del comune dipende dallo sviluppo dell’area Eridania. Ma cosa si sta progettando per quell’area? O, meglio, cosa va a dire l’Amministrazione ai tavoli su cui si discute del futuro dell’area?

Sicuramente, da quanto si legge sui quotidiani, in 2 anni l’Amministrazione non è stata in grado di creare un tavolo di confronto con i comuni limitrofi per un progetto condiviso che rilevasse le esigenze della vallata e ne individuasse le risposte, altrimenti il sindaco di C.S. Giovanni non avrebbe assunto una posizione così forte contro le scelte di Sarmato.

Dai documenti che il Comune ha inviato alla Provincia si ricava invece che:

· il cronoprogramma concordato con la Regione prevede che entro la fine di ottobre 2011 Comune e Provincia firmino l’Accordo territoriale per lo sviluppo del polo ex Eridania;

· la bozza di questo Accordo definisce le destinazioni dell’area (APEA a nord via Emilia, 10mila metri di area commerciale a sud), la viabilità d’accesso (collegamento con casello di C.S. Giovanni e completamento della tangenziale di Piacenza con casello a Rottofreno), l’impegno della proprietà a creare sulla via Emilia una rotonda di collegamento tra le due porzioni, a finanziare il completamento della tangenziale di Piacenza e la valorizzazione della ZPS;

· il progetto di valorizzazione della ZPS prevede una spesa di 35mila euro;

· la proprietà dell’area propone un contributo perequativo (solo in funzione della destinazione commerciale, non per l’area produttiva) di 500mila euro da destinare a ZPS e completamento tangenziale;

· i tracciati di collegamento con il casello di Castello proposti dal Comune sono 3, l’ultimo dei quali confluisce (con una rotonda, ma perché una rotonda e non un semplice innesto?) sulla strada della Guidona, per poi arrivare fino a Molza, aggirare il Poggio ed uscire sulla via Emilia subito dopo l’area produttiva Ferrari-Taina;

· lo studio sull’impatto viabilistico derivante dai nuovi insediamenti nell’area dichiara che l’incremento dei veicoli è sostenibile dall’attuale viabilità, cioè non risulterebbe eccessivamente gravoso;

· lo studio relativo all’impatto dell’area commerciale dichiara che tale insediamento non danneggerà le attività commerciali già presenti nella zona.

Poiché tutti questi contenuti sono ancora oggetto di discussione, magari qualcosa cambierà. Finalmente, però, grazia a documentazione che abbiamo avuto dalla Provincia sappiamo quello che l’Amministrazione va a dire sugli “altri tavoli”.

venerdì 21 ottobre 2011

Perchè un'assemblea pubblica

L’assemblea di martedì 25 ottobre nasce da una serie di quesiti che da tempo stiamo cercando di porre, ai quali però nessuno ha ancora fornito risposta.

Una sopra tutte è la domanda: dove ci stanno portando?

In questa fase cruciale per la storia di Sarmato, quando si definisce il futuro almeno dei prossimi 30 anni, ci sentiamo come persone tenute bendate che sapranno dove verranno portate solo nel momento in cui arriveranno alla meta. E i conduttori sono i nostri amministratori che, a guisa di despoti illuminati del Settecento, si atteggiano a genitori che “operano per il popolo ma non attraverso il popolo”, mantenuto in condizioni di minorità.

Certo, abbiamo assistito ad una illustrazione, tanto sbrigativa quanto ritardata, del PSC ma non ci è stato dato modo e tempo di approfondire il significato, le ricadute, le conseguenze delle scelte amministrative. Ci viene negata la possibilità di leggere i verbali delle conferenze dei servizi per il PSC, in quanto nella richiesta non abbiamo indicato il numero di protocollo dei documenti (come se fosse tanto difficile intendere a quali conferenze e a quali verbali si faccia riferimento).

Silenzio tombale grava inoltre e soprattutto sulla partita in assoluto più significativa, la riqualificazione dell’area ex zuccherificio. “Della questione si parla su altri tavoli” ci hanno risposto lapidariamente sindaco ed assessore e, ovviamente, i nostri rappresentanti si guardano bene dal far sapere ai sarmatesi cosa vadano a dire su questi altri tavoli. Tutto ciò è anche dimostrato chiaramente dall’esiguo spazio dedicato allo sviluppo dell’ex Eridania nel Documento preliminare del PSC; sembra che quella porzione del territorio sarmatese non sia “affare” dei Sarmatesi.

Alla luce dei pochissimi dati certi che possediamo, letti appunto nel Documento preliminare del PSC, vogliamo quindi interrogarci su cosa succederà a Sarmato, attraverso una riflessione critica sui dati stessi.

Come è possibile mitigare l’impatto delle arterie viabilistiche dal momento in cui si ipotizza la creazione di un’ulteriore corsia autostradale e di un collegamento con il casello autostradale di Castel san Giovanni? E se la mitigazione prevede la trasformazione della via Emilia in un boulevard con la concomitante riconversione delle aziende lungo la via Emilia in attività commerciali, il traffico aumenterà o diminuirà?

Poiché si prevedono scenari di intenso aumento demografico, fino a raggiungere i 4680 abitanti nel 2025 (oggi siamo poco meno di 3000), sappiamo quale sarà la tipologia di nuovi residenti? E da cosa saranno attratti verso Sarmato? Da quale zona proverranno? Ci si è chiesti se, oltre a quelli del paese, i servizi della Val Tidone potranno supportare tale incremento?

Considerato che il PSC mette in relazione aumento demografico ed insediamenti economici nell’area ex zuccherificio, quali tipi di attività si andranno ad insediare tali da esercitare una così forte attrattiva residenziale? E’ sufficiente parlare genericamente di attività produttive, o è necessario specificare quali, quante ed entro quali tempi?

L’accessibilità a tale area è stata concordata con i comuni limitrofi e gli enti sovraordinati? Quali percorsi sono stati individuati? Da chi saranno finanziati? Quali sono i tempi previsti? A che punto è l’accordo territoriale Comune-Provincia che, se non sottoscritto entro il 30 ottobre 2011, potrebbe determinare una riduzione dei contributi regionale per l’APEA?

In conclusione lamentiamo un difetto di metodo, sia interno (silenzio con i cittadini riguardo temi di rilevanza vitale per il paese) che esterno (difficoltà a fare sistema con altre amministrazioni, per quanto tutte dello stesso colore politico), ed anche un difetto nei contenuti, che appaiono spesso superficiali e lacunosi.

Sabrina

giovedì 20 ottobre 2011

Il futuro

UNITI PER SARMATO

SARMATO CHE CI SARA’

…MA SE ENTRO IL 30 OTTOBRE 2011 IL COMUNE DI SARMATO DEVE FIRMARE L’ACCORDO TERRITORIALE PER L’ERIDANIA (PER NON PERDERE PARTE DEI CONTRIBUTI REGIONALI SULL’APEA), E’ POSSIBILE SAPERE PRIMA DELLA FIRMA QUALI SARANNO I CONTENUTI DI QUESTO ACCORDO?

…MA SE NEL 2025 SARMATO AVRA’ 4680 ABITANTI, CHI SARANNO QUESTI NUOVI CONCITTADINI? PERCHE’ SARANNO VENUTI AD ABITARE A SARMATO? ATTRAVERSO QUALI STRATEGIE SARANNO STATI INDOTTI A TRASFERIRSI DA NOI?

…MA SE LA VIA EMILIA DOVRA’ ESSERE RIQUALIFICATA E TRASFORMATA IN UN BOULEVARD COMMERCIALE, CHE FINE FARANNO LE AZIENDE PRODUTTRICI CHE ATTUALMENTE LAVORANO LUNGO LA STRADA? E QUALE SARA’ L’IMPATTO DEL TRAFFICO CHE SI DIRIGERA’ IN TUTTI QUESTI CENTRI COMMERCIALI?

…MA SE FOSSE NECESSARIO SVILUPPARE UN MIGLIORE COLLEGAMENTO CON IL CASELLO AUTOSTRADALE ESITENTE DI CASTEL SAN GIOVANNI, QUALE SARA’ IL TRAGITTO?

TUTTO CIO’ CHE L’AMMINISTRAZIONE CONOSCE SUL NOSTRO FUTURO, MA NON DICE

PARLIAMONE INSIEME

MARTEDI’ 25 OTTOBRE, ORE 21.00

PRESSO LA SALA CONSILIARE

venerdì 15 aprile 2011

Sogno di una notte di mezza primavera...

Sarà la primavera, sarà una congiuntura astrale propizia, ma anch’io ho fatto un sogno.

Le protagoniste erano due signore, che sovrastavano e fissavano con aria compiaciuta un mappamondo raffigurante la sola cartina di Sarmato. C’erano altri personaggi di contorno non ben identificati, le cui figure risultavano offuscate da una leggera cortina di fumo.

Ciò che nitidamente appariva era una porzione del territorio sarmatese, evidenziata con tanti bei colori intensi; si trattava dell’area dell’ex zuccherificio, quella che si estende e distende tra l’autostrada a nord e la centrale Edison a sud (circa 800.000 metri quadrati).

Accidenti che intrico di linee, di rettangolini e di rettangoloni, da cima a fondo!

Un bell’outlet (per la gioia delle amanti dello shopping fashion a costi contenuti) a sud, corredato dei dovuti parcheggi lastricati a losanghe con il buco in mezzo (come quelli del Mercatone), perché bisogna evitare un’eccessiva impermeabilizzazione del suolo.

Tanti parallelepipedi di varie ma imponenti dimensioni nella zona centrale e in quella a nord, la maggior parte forniti di comodissimi portelloni, ai quali i mezzi di trasporto si possono accostare attraverso una semplice manovra in retromarcia, per agevolare il carico e lo scarico delle merci. Naturalmente, sui tetti dei parallelepipedi non c’è traccia di pannelli fotovoltaici, quelli sono già stati collocati a terra.

Un’ampia arteria stradale a sei corsie che si diparte dal lontano casello autostradale di Castel San Giovanni, attraversa tutto il raddoppiato polo logistico castellano, quello sarmatese, per sbucare poi sulla via Emilia in località Coste.

Ma cos’è quella macchiolina marrone-verdognola? A sì, la vasca di laminazione, l’acquitrino dove nuotano allegre tante ranocchie, quello che vediamo anche al polo logistico di Castel San Giovanni e che serve per raccogliere l’acqua piovana da riutilizzare, perché, non dobbiamo dimenticarlo, siamo in un’Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata ed il riuso dell’acqua è un diktat ambientalista.

Di fronte a tale magnificenza, ricordo di aver avuto solo la forza di mormorare nel sogno: “E la ZPS? E i centri di ricerca? E le aziende che tutti vorremmo nel nostro paese? E chi paga questa immensa bretella?” Ma, mentre le due signore cercavano, bonarie, di rispondermi, rassicurandomi di avere concordato tutto con la Giunta, con gli imprenditori tanto generosi da finanziare la tangenziale castellana (per la quale naturalmente si era dovuta sacrificare la ZPS), di aver già nel cassetto la convenzione firmata dal Responsabile (naturalmente per responsabilizzare la struttura interna), per la quale non serviva più neppure una delibera di Consiglio comunale, mi sono svegliato di soprassalto, madido di sudore.

Per fortuna, era solo un sogno e, si sa, i sogni si avverano al contrario, quindi credo di poter stare tranquillo…speriamo!

Rino Olivieri

venerdì 1 aprile 2011

Cosa Fare dell'ex zuccherificio?

Il primo problema è di metodo. Poiché la questione dell’ex zuccherificio è “la” questione per il futuro socio-economico di Sarmato, preliminarmente si tratta di definire le modalità con le quali la si vuol gestire. E il Comune di Sarmato non può pensare di occuparsene indipendentemente dal contesto territoriale ed amministrativo, preoccupato che le maggiori dimensioni dei comuni limitrofi possano annullare l’autonomia politico-amministrativa di Sarmato. E’ ora che l’Amministrazione metta da parte la paura dello “spossessamento” che, a suo dire, si sarebbe verificato dal momento in cui si è cominciato a pensare alla riqualifica dell’area Eridania in un’ottica di vallata, sottolineando il necessario coinvolgimento anche di enti sovraordinati. L’epoca in cui ognuno pensava al proprio angusto orticello deve finire, come da un po’ di anni ribadiscono le normative di pianificazione, perché quella è una logica sbagliata che genera solo incoerenza, confusione e frammentazione.

Da ciò, ad esempio, deriva anche l’urgenza di aprire effettivamente un tavolo provinciale per la viabilità al servizio dell’area, cosa che il Sindaco sembrerebbe non aver ancora contemplato.

Il secondo problema riguarda il contenuto dello sviluppo dell’area e le compensazioni che il Comune intende chiedere. Sarmato non deve accettare “mance” avulse da un piano complessivo di recupero e di compensazione; l’obiettivo dell’Amministrazione non deve essere quello di far quadrare il bilancio estemporaneamente di anno in anno con l’ex zuccherificio, ma quello di presentare ai Sarmatesi (che hanno pieno diritto di saperlo) quali realtà economiche potrebbero arrivare nel paese, quali benefici ne ricaveremo, se tali opportunità sono coerenti con gli orientamenti, le prospettive e le volontà dell’Amministrazione del paese.

Ma ciò che non è affatto chiaro è proprio questo: quali sono gli intendimenti dell’Amministrazione? Quali condizioni di urbanizzazione, intervento edificabilità sta ponendo? Quali modelli di aziende vorrebbe sul territorio? Gli indirizzi che la predente Amministrazione aveva elaborato, il documento contenente la proposta di accordo per la riqualificazione dell’area ex Eridania con le corrispondenti perequazioni (approvato dal Consiglio comunale di Sarmato il 20 aprile 2009 con delibera 25 - consigliamo a tutti di leggere questa delibera con i relativi allegati, dice molte cose) è stato acquisito dall’attuale Amministrazione? Se no, quali alternative vengono proposte? In quali direzioni si sta lavorando? A che punto sono gli accordi territoriali? Sulla ZPS, la proprietà intende investire la cifra per la quale si era impegnata presentando la richiesta di finanziamento alla Regione? E l’Amministrazione quali programmi ha sulla ZPS?

Crediamo che quelle sopra elencate non siano richieste irragionevoli, ma rappresentino il sentire di buona parte dei Sarmatesi che vogliono conoscere, essere informati, magari preventivamente rispetto all’assunzione da parte dell’Amministrazione di atti irrevocabili. A meno che, chiedere non sia più consentito…

Perché tutto questo silenzio? Perché l’atto unilaterale del luglio 2010, con il quale la Sacofin ha riconosciuto 100.000 euro al Comune, è rimasto nel silenzio più totale fino ad oggi? Questa è una gestione pubblica e trasparente o privatistica?

lunedì 25 gennaio 2010

ZPS: opportunità o problema

Ecco un'altra sintesi di un intervento pubblicato da Rino su Libertà.
Qualche settimana fa "Uniti per Sarmato" ha organizzato un incontro pubblico dedicato alla proiezione del documentario "Nella terra del cavaliere", girato nelle vasche ex Eridania da Luigi Ziotti (LIPU). Alla serata erano invitati anche il Sindaco a l'Assessore all'Ambiente di Sarmato ma non si sono presentati.
Il filmato ha evidenziato come le vasche dell'ex zuccherificio, per le quali la precedente Amministrazione (noi) aveva ottenuto la classificazione come Zona di protezione Speciale, si sono trasformate in un habitat ideale per la sosta e la nidificazione di diverse specie di uccelli, ambiente che però richiede un urgente intervento per essere salvaguardato.
A Torrile (Pr) si è investito in modo cospicuo in un'area molto simile alla nostra ed è stata creata un'oasi LIPU conosciuta ben oltre i confini comunali, grazie alla pubblicità sui siti internet, e visitata ogni anno da diverse migliaia di persone. L'oasi di Torrile è il risultato di un investimento che ha prodotto non i soliti capannoni ma un'attività turistica con un indotto importante per l'economia del paese.
Anche la nostra ZPS, sulla quale Luigi Torreggiani e Massimo Casalini già lo scorso anno avevano ipotizzato un programma di recupero e valorizzazione, appare chiaramente un'opportunità per uno sviluppo di Sarmato nuovo e diverso, auspicato dalla precedente Amministrazione (sempre noi), da tanti Sarmatesi e invocato anche dalla precedente Minoranza, ora Maggioranza.
Al Sindaco e all'Assessore Marazzi si deve chiedere:
  1. l'esperienza di Torrile può essere un riferimento per Sarmato?
  2. che intenzioni ha l'attuale Maggioranza sulla ZPS?
  3. la creazione della nostra oasi non potrebbe essere finanziata con una quota derivante dalla compensazione per il compostaggio?
I fatti che conosciamo ci dicono però che il Sindaco Tanzi ha nettamente cambiato rotta rispetto a quanto sosteneva quando era in Minoranza, ha infatti chiesto alla Provincia un ridimensionamento (!) della ZPS, rischiando di perdere il finanziamento di 400mila euro previsto dal programma "Valle del fiume Po" e di mandare a rotoli un progetto davvero innovativo per Sarmato!